Scritti - I miei libri

Scritti - I miei libri



Ebbene sì, anche io, nonostante sia amante della lettura, ogni tanto mi diletto a prendere sotto penna e carta (non il calamaio) o più spesso il primo pc disponibile. Allora vi riverso tutto ciò che mi passa per la testa. Sul foglio bianco finiscono idee, prima abbozzate poi sempre più delineate, che poi leggo e rileggo, applicando ciò che riesco ad apprendere dalle mie letture e dai veri scrittori. Ogn tanto riesco a far mio qualche buon consiglio. E il gioco è (quasi) fatto. E allora escono fuori anche libri. Perchè non parlarne qui?











LE FORMICHE DI PIOMBO


Autore: Enzo D'Andrea
Genere: narrativa mainstream, anni di piombo
Anno: 2013
Editore: 0111 Edizioni
Brossura, 144 pagine
ISBN: 9788863075328


Presentazione

Dicembre 1975. Torino, la città della Fiat e del sogno industriale. Una delle città della rivolta operaia, degli scontri in piazza. Michele, giovane ingegnere, si trova suo malgrado catapultato in una vicenda di intrighi, pedinamenti e sparatorie. Diego, un terrorista, metterà a repentaglio la sua sicurezza per aiutarlo, in nome della loro amicizia. Michele dovrà fare dolorose rinunce, fuggire via per poi tornare solo dopo tanto tempo. Troverà una città cambiata, dove si è spenta l’eco dei molti fatti accaduti e dove la vita gli riserverà ancora un’ultima sorpresa. Alla fine non resterà un vero vincitore, solo una grande storia di amicizia che travalica ogni confine. Nessuno è perfetto, gli uomini sono come formiche in fila: le più numerose seguono la direzione comune senza deviare e senza chiedersi cosa è giusto e cosa no; le meno numerose, al contrario, deviano perché hanno bisogno di cercare, capire, combattere. “Le formiche di piombo”, appunto.


Estratti:

da pag. 11
“… Solo dopo che lui ebbe riagganciato venni sommerso da mille interrogativi senza risposta, e non trovai di meglio da fare se non andarmene a letto e aspettare l’indomani per avere le risposte (forse). Tanto più che non conoscevo alcun contatto telefonico privato del professore; avevo solo il suo numero di stanza al Politecnico.Trascorsi la notte insonne, a fissare il bianco soffitto. Contemplai il gioco d’ombre, percorrendo poi con lo sguardo le trame ripetute della carta da parati, mentre aumentava la curiosità per quell’appuntamento che mi aspettava. Ciò mi aveva messo in uno stato di forte tensione emotiva.E allora, quella mattina del 4 dicembre io, il dott. ing. Michele Gulli, alle sei e mezza, ero già fuori di casa, al bar sottostante, per fare una rapida colazione con cornetto e cappuccino, in attesa di prendere il primo mezzo pubblico che mi portasse in via Vittorio Alfieri 7."






da pag.48
“… La stanza era semibuia. La luce del tiepido sole del pomeriggio invernale penetrava attraverso le tende del salotto, tracciando solo una riga chiara sul pavimento della stanza. E nell’aria soprastante quella riga chiara, come microorganismi dispersi in un fluido vitale, tante particelle di pulviscolo fluttuavano libere e impazzite, tracciando caotiche traiettorie che si restringevano e si ampliavano, in un susseguirsi di movimenti dettati dai minimi spostamenti d’aria e dal loro peso infinitesimo, governati da una legge di gravità che appariva più complessa di quanto non raccontassero le semplici formulette dei libri di fisica. L’orologio a parete segnava le quindici, la radio accesa trasmetteva musica leggera. Passi felpati sul pavimento. Piedi scalzi che si muovevano con leggera cadenza, quasi appartenessero a un essere etereo. Un uomo seduto sul divano, trent’anni circa, capelli lunghi e scarmigliati, lo sguardo fisso sull’ingresso della stanza. Una donna, una bella donna, venticinque anni, vestita solo con una camicia bianca e un paio di slip."

da pag.80


“… ‹‹Ma tu credi che sia possibile vivere in modo, come dici tu, normale, in questo schifo di situazione?››
‹‹Non lo credo, ma lo devo fare. Che faresti tu, ti mureresti dentro casa, aspettando che vengano uno o due uomini a suonare alla tua porta, fingendosi magari operai del gas o tecnici del comune per spararti in faccia appena apri la porta?››
‹‹E chi lo sa? Non ho mai vissuto questa esperienza.››
‹‹La cosa assurda è che non capisco perché quella gente potrebbe aver necessità di farmi fuori. Non capisco tutto questo accanimento; ci sono momenti in cui cerco di convincermi che tutto ‘sto casino si può risolvere in una bolla di sapone, che Sibarozzi non si fa sentire per altri motivi che ignoro ma che non c’entrano nulla con quanto è successo; che non rischio in effetti un bel niente. Ma poi… Lo vedi? Anche adesso che ne parlo, forse ingigantendo la questione, mi basta pensarci un poco su e subito sento una morsa qui, alla bocca dello stomaco, che mi opprime e non va via. Cazzo… Cazzo… Cazzo…››
Stefania buttò la cicca della sigaretta nel fuoco, lisciandomi la guancia in una tenera carezza..."
da pag. 94






"... L’uomo, una volta afferrato il plico, se lo mise sotto un braccio, mentre con l’altra mano estrasse la pistola e me la puntò contro.
Tutto quanto accadde fu questione di un attimo.
‹‹Ehi, amico…›› irruppe nella scena, suo malgrado, l’uomo di prima, il drogato, che si era avvicinato a noi ignaro, quasi senza far rumore.
Fu sufficiente a distrarre per un attimo il killer. Quell’attimo mi salvò la vita. Ne approfittai, lo colpii sull’avambraccio facendogli cadere la pistola per terra. Mi girai di scatto mentre quello cercava di raccogliere l’arma. A un tratto sentii echeggiare uno sparo..."


da pag.134

"... Pentirsi, adesso, diventa un atto superfluo, necessario solo per la propria coscienza, perché credo che, ultimo tra i diseredati, nessuno avrà interesse a cercarmi più. L’anonimato sociale, la vita dura, la miseria, il freddo e la fame sono le mie pene.
Sconterò così le mie colpe, se colpe ci furono. Ma non devo essere io il giudice di me stesso. Ci sarà qualcuno o qualcosa, più grande di noi, per giudicarci? Tu mi risponderesti: c’è Dio. Io ti replicherei: non lo so. Non posso credere in ciò che non vedo, è più forte di me. Ho sempre creduto nella giustizia in mano all’uomo, a patto che l’uomo fosse un giusto. Ma se l’uomo non è giusto, allora non può esistere giustizia..."



Si consiglia la lettura ascoltando The Dark Side of the Moon e Wish you were here dei Pink Floyd.

 





Per chi volesse acquistarlo, è possibile farlo ai seguenti indirizzi:

http://www.labandadelbook.it/shop/product.php?id_product=582

http://www.ibs.it/code/9788863075328/d-andrea-enzo/formiche-di-piombo.html

http://www.unilibro.it/libro/d-andrea-enzo/le-formiche-di-piombo/9788863075328/dettagli
 
http://www.libreriauniversitaria.it/formiche-piombo-andrea-enzo-0111edizioni/libro/9788863075328
 
In formato epub e mobi, alcuni indirizzi dove potrete acquistarlo:
 
http://www.ebook.0111edizioni.com/catalog/product/view/id/103843/
 
http://www.ebook.it/S/0111_Edizioni/Enzo_D'Andrea/Narrativa/ePub/Le_formiche_di_piombo.html
 
http://www.lafeltrinelli.it/products/9788863075397/Le_formiche_di_piombo/D%27andrea_Enzo.html
 
http://www.mazy.it/scheda-ebook/enzo-dandrea/le-formiche-di-piombo-9788863075397-137920.html
 
 
Il mio libro è anche su Anobii, al seguente link:


 
Il booktrailer del libro è al seguente link:
http://vimeo.com/68546188
 
Alcune recensioni e opinioni sul mio libro:

http://www.recensionilibri.org/2013/08/le-formiche-di-piombo-di-enzo-dandrea.html

http://www.meloleggo.it/potenza-presentazione-de-le-formiche-di-piombo-di-enzo-dandrea_639/

 

 Sono stati pubblicati in formato epub, quattro miei racconti, dalla 0111 Edizioni. Tre di essi sono già usciti su carta, uno è inedito. Gli stessi sono disponibili anche in formato audiolibro (il file mp3 o m4A è disponibile gratuitamente all'acquisto dell'ebook). Alcuni di essi saranno tradotti in lingua straniera.
Sono tutti disponibili, oltre che sul sito della Casa Editrice http://www.0111edizioni.spruz.com/ebook.htm anche sui migliori store sul web.


Un personal computer particolare, un essere pensante, pure troppo… Uno scrittore davanti alla sua grande occasione… Sembra andare tutto liscio, così almeno crede. E se il computer non la pensasse allo stesso modo?

Mistery

Prezzo di vendita dell'ebook: 1,29 (ePub, Mobi)
ebook in italiano, audiolibro in italiano (voce umana)

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Quanto può essere brutta la solitudine, soprattutto quando si avvicina il Natale e si è anche senza lavoro? Il destino, in qualsiasi forma esso si presenti, ci pone a un bivio: la fine o un nuovo inizio. La scelta di Giovanni alla fine sarà quella giusta, per sé e per gli altri.

Romance

Prezzo di vendita dell'ebook: 1,29 (ePub, Mobi)
ebook in italiano, audiolibro in italiano (voce umana)


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Alzarsi presto, prendere la vecchia corriera per andare al lavoro. Tutti i giorni le stesse persone, con gli stessi comportamenti. Al limite del comico, dell'assurdo, dell'insopportabile. Un viaggio trascorso a criticare gli altri, fino alla sopresa finale.

 Mainstream

Prezzo di vendita dell'ebook: 0,99 (ePub, Mobi)
ebook in italiano, audiolibro in italiano (sintetizzatore vocale)

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Pur essendo informe, forse immateriale, il destino è in agguato. Piove. Una Ford nera corre lungo una strada poco battuta, in mezzo ai boschi del Vermont. Va incontro a qualcosa di minaccioso, mentre nell'aria si liberano le note di un vecchio brano dei Doors.

Thriller

Prezzo di vendita dell'ebook: 0,99 (ePub, Mobi)
ebook in italiano, audiolibro in italiano (sintetizzatore vocale)

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QUEL GIORNO, QUANDO VENNE SERA

Autore: Enzo D'Andrea
Genere: racconti
Anno: 2012
Editore: Photocity Edizioni
Brossura, 101 pagine
ISBN: 9788866822615



Presentazione

Un terremoto visto come una punizione divina, una storia di amicizia tra un ragno e un ragazzino disabile, un Natale particolare, dove la tragedia imminente diviene di colpo un segno di speranza, una storia in cui si fanno i conti con il soprannaturale, sia esso dai risvolti tragici o ironici, al limite dell'assurdo. Infine, una storia creata dal nulla, come una sorta di sfida, partendo dalle lettere dell'alfabeto e senza la minima idea di dove si andrà  a finire. Quando si libera la fantasia, tutto può succedere. L'importante è che ci sia una storia da raccontare e, soprattutto, qualcuno che abbia voglia di ascoltarla. Tutto il resto conta poco. Quasi nulla direi. 

Estratti:

Estratto dal racconto: Quel giorno, quando venne sera

“… L’oscurità era ormai calata, l’aria semmai ancor più opprimente, meno male che era infine giunto a casa. Guardò l’orologio a taschino che gli aveva lasciato suo padre. Erano quasi le sette e trentacinque della sera. Stava salendo il primo gradino della scala che portava a casa, poggiando la mano libera sulla vecchia ringhiera di ferro battuto per farsi sostegno nella salita, e in quell’istante la terra tremò. “Marò, je fatta!”  esclamò terrorizzato Zi Pepp. Fu così che quel giorno, quando venne sera, la terra tremò. Era il ventitré novembre del millenovecentoottanta.”

Estratto dal racconto: Il ragno

“… Vagando a caso con lo sguardo per la stanza, tornò un attimo a fissare il ripiano del vetro. Una macchiolina scura era appena visibile. A un occhio allenato come il suo era però impossibile che sfuggisse. Aguzzò lo sguardo. Si, non c’erano dubbi! Era “Lui”! Era proprio “Lui”! Però, c’era qualcosa di strano. Si avvicinò un poco. Era fuori! Ecco cosa c’era di strano. Incredibilmente, era posato sulla facciata esterna del vetro. E ora si stava rapidamente spostando verso l’alto. Sembrava inoltre aver riacquistato anche la completa mobilità dell’arto offeso. O meglio, della zampa offesa. Era bello da vedersi. E libero, soprattutto. Una lacrima solcò il viso di Kevin. Il suo volto delicato di ragazzino imberbe. Ma questa volta era gioia. Gioia vera.”

Estratto dal racconto: Un Natale particolare 

“… Allora, preso da un impulso improvviso, si sporse di nuovo dal parapetto. Scrutò a fondo la superficie dell’acqua, ma niente. Non c’era assolutamente nulla. L’immagine era scomparsa. Ancora intontito da quella sensazione, si sentì urtare leggermente le gambe. Girandosi di scatto, si trovò di fronte il cane, che lo fissava dritto negli occhi. In lui non c’era più traccia di quella timidezza e diffidenza che mostrava prima. Giovanni lo guardò, sentì dentro di sé salire un moto di tenerezza verso l’animale. Si piegò sulle ginocchia, sollevò una mano e la posò con delicatezza sulla testolina del cane. Prese ad accarezzarlo. In quell’istante, memore dell’apparizione (doveva trattarsi proprio di un’apparizione, non poteva essere altrimenti!), ripensò al terribile impulso di cui era stato preda pochi istanti prima. Farla finita era facile. Troppo facile. Ma poteva non essere giusto. Giovanni allora lo comprese. E forse, esisteva, soprattutto a Natale, il modo per non sentirsi solo. Si rimise eretto, improvvisamente più ottimista. “Grazie, amore mio!” disse con lo sguardo rivolto al cielo, e si incamminò verso la parrocchia di Don Luigi, chiamando verso di sé il cane. L’animale, placido, lo seguì come se non aspettasse altro.”

Estratto dal racconto: Riders on the storm

"... Intanto il lieve ansare dell’uomo si trasformò lentamente in un suono, che dopo pochi secondi,William riconobbe come quello di una sommessa e beffarda risata. A poco a poco la vita stava abbandonando il suo corpo. Le sue funzioni vitali si stavano lentamente spegnendo. Pur consapevole dell’assurda situazione e dell’inutilità di ogni intenzione, William provò di nuovo a emettere un suono. Provò a gridare “Aiuto!”, ma dalla bocca non uscì fuori che un flebile alito. Intanto la risata sommessa dell’uomo si era alzata di volume. A William parve che nell’aria si diffondessero delle note musicali. Si, sembravano proprio quelle di Riders on the storm.Jim stava cantando “…There`s a killer on the road / His brain is squirmin` like a toad / Take a long holiday / Let your children play / If you give this man a ride / Sweet family will die / Killer on the road…”. Era finita. Inevitabilmente finita. William allora se ne rese conto, in quei tragici istanti. Non restava che raccomandarsi l’anima a Dio. O al Diavolo. Ma a quel punto non aveva più importanza. Chiuse l’unico occhio aperto, abbandonando ogni pensiero e ogni speranza, affinché Madame la Morte se lo portasse via. Pochi secondi dopo, sul luogo giaceva solo il suo cadavere, ormai fradicio. Poco più in alto, la carcassa dell’auto. Sul terriccio nei pressi del corpo, due profonde impronte, ormai indistinguibili e parzialmente cancellate dalla pioggia, la quale batteva incessante sulle foglie marce che tappezzavano il terreno accidentato. In lontananza un lampo di luce squarciava il profondo buio del cielo, mentre aleggiavano nell’aria le note di un famoso brano dei Doors."

Estratto dal racconto: Il pc dispettoso


"... Mentre stava pensando a quello, anziché sentirsi risollevare il morale, Paolo precipitò ancor di più nell’angoscia. E che cavolo! Da ciò che gli aveva raccontato Giorgio, Artemagni si era da subito convinto di quella tesi, e il colpevole era lui. Soltanto lui. Che sfiga maledetta. Proprio quando le cose sembravano essersi messe per il meglio. Nel frattempo, quasi con fare distratto, aveva cliccato sull’icona del file, che si era aperto. D’improvviso, Paolo strabuzzò gli occhi. Quello che gli era apparso davanti ai globi oculari era qualcosa di assurdo. Il testo del racconto era in parte cancellato, in parte spaziato ed era stata un po’ ovunque stravolta la formattazione. Ma la cosa che più lo fece restare interdetto fu la presenza, a intervalli regolari lungo tutto il testo, della scritta: STEVEN NON DEVE MORIRE!!!! Sconcertato, Paolo scorse il resto del racconto e vide che, ogni tre o quattro righe, si ripeteva la stessa frase. Addirittura, al termine del racconto, al posto della parola FINE, c’era in bella mostra una sfilza di quelle frasi, copiate e ripetute come fossero opera di un ossesso: STEVEN NON DEVE MORIRE!!!! STEVEN NON DEVE MORIRE!!!! STEVEN NON DEVE MORIRE!!!! STEVEN NON DEVE MORIRE!!!! STEVEN NON DEVE MORIRE!!!! STEVEN NON DEVE MORIRE!!!!"

 Estratto dal racconto: Una storia alfabetica








"... Raccapriccianti urla intanto cominciarono a diffondersi nell’aria circostante. Grida dalle tonalità disumane. I due gemelli non riuscivano a comprendere chi potesse emettere quelle terribili grida. Le fiamme si attenuarono progressivamente nell’arco di qualche minuto, fino a quasi diventare dei piccoli fuocherelli. Osservando meglio la scena, York e William poterono rendersi conto che l’incendio si era sviluppato in un’area delimitata da un perimetro quasi perfettamente circolare. Tale perimetro circondava una zona più depressa rispetto al terreno circostante. Tuttavia, nessuna delle persone che erano ferme sul bordo della zona incendiata accennava a fare un qualsiasi movimento. Erano tutti immobili o quasi, in attesa di qualcosa. O meglio, come se fossero spettatori di “qualcosa” che stava accadendo all’interno dell’area circoscritta dalle fiamme. Spinti da una curiosità ormai giunta a livelli parossistici, superando anche la paura di essere scoperti dal proprio padre, fuori di casa a quell’ora, i due gemelli decisero di muoversi dal proprio punto di osservazione (o meglio York decise, trascinando come al solito anche William), salendo sulle biciclette e iniziando ad avvicinarsi al punto in cui erano assembrate tutte quelle persone. Intanto, le grida non accennavano a diminuire di intensità. Si trattava però di suoni un po’ meno “disumani”, pur continuando a essere del tutto incomprensibili. Dopo un breve tratto percorso a cavallo delle biciclette, i due gemelli giunsero nei pressi della cinta di uomini. Riconobbero, tra le tante persone sopraggiunte, il proprio padre, il vecchio Glenn, il sindaco, lo sceriffo e tanti altri uomini in divisa."

Per chi volesse acquistarlo, è possibile farlo ai seguenti indirizzi:

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http://www.deastore.com/libro/quel-giorno-quando-venne-sera-enzo-d-andrea-photocityit/9788866822615.html

Il mio libro è anche su Anobii, al seguente link:

http://www.anobii.com/books/Quel_giorno,_quando_venne_sera/9788866822615/013f124efaae552dec/



           
OCEANO DI SABBIA

Autore: Enzo D'Andrea
Genere: poesie
Anno: 2011
Editore: autopubblicazione su ilmiolibro.it
Brossura, 56 pagine





Presentazione

Quando la poesia è lirismo, pathos, sensazioni. Quando la poesia è, breve o lunga, fonte di ricordo, veicolo di viaggio, strumento di dedica. Quando la poesia riesce ad essere insieme classica e moderna, mistica e scientifica. Comprendere la forza delle parole aiuta a capire la potenza e la grandezza dell'uomo, di fronte alla monolitica consistenza della vita.

Dalla quarta di copertina:

"... Quando il tempo ci mette di fronte a delle scelte, ignorando ciò che è stato e anticipando ciò che sarà, allora giunge il momento di fermarsi, riflettere e capire a cosa si aspira. La parola scritta resta più salda di un muro, di fronte alle intemperanze della vita, sopravvive a noi stessi lasciando a chi ci circonda una testimonianza che varca ogni tempo ed ogni spazio, trasfigurandosi con l'eternità..."

Per chi volesse, è possibile leggere un'anteprima e, eventualmente, acquistarlo, al seguente indirizzo:







1 commento:

  1. Ho acquistato per documentazione personale e perché m'interessano particolarmente i romanzi ambientati nella mia città, Torino, Le Formiche di Piombo. Ne sono rimasto folgorato in quanto ho sempre cercato di comprendere cosa portò gruppi di ventenni, talvolta anche di famiglia benestante (Donat Cattin e Feltrinelli su tutti), a lottare per un'ideale di uguaglianza sociale e distribuzione paritaria delle risorse. Forse il romanzo di Enzo non risponde appieno alla mia domanda di comprensione ma dà tante emozioni. Non giudica l'ideale del terrorismo se non dal punto di vista della violenza, sempre e comunque sbagliata. Torino viene descritta come una città cupa, sotto il peso del piombo delle P38, ma anche che profuma della creatività di quegli anni, musicale e non solo. E' un libro sull'amicizia di due persone diverse che arriverà a superare le barriere del tempo e della società. Emozione pura. Grazie Enzo.

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